lunedì 27 agosto 2012

Elsa Schiaparelli: Shocking Life

Conosco Schiap per sentito dire, l'ho vista solo allo specchio. Per me, lei è una sorta di quinta dimensione. E' una donna imprevedibile, ma, in realtà, di una semplicità disarmante. E' profondamente pigra, ma quando lavora sembra una furia ed è velocissima. Alterna il riso alle lacrime; è buffo vederla al lavoro, perché passa dalla disperazione alla gioia paradisiaca. E' generosa, ma anche avara, perché in certi casi, anziché dare via un fazzoletto che tiene nella borsa preferirebbe regalare metà dei suoi beni.
Profondamente umana, disprezza gli esseri umani e nel contempo li ama: attraversa con lo sguardo chi non le piace come se fosse trasparente.
Accetta senza problemi il dolore e la perdita, ma di fronte alla felicità non sa come reagire.
La sua vita è stata un mezzo per raggiungere qualcos'altro: un costante punto di domanda. Sinceramente mistica, lei crede in Lui, ma non ha ancora scoperto cosa Lui sia.
Anche se ormai ha una certa età, non è mai cresciuta davvero. Crede immensamente nell'amicizia, così si aspetta troppo da coloro che crede suoi amici: il velato disappunto per come reagivano le ha spesso procurato nemici.
Le lusinghe e le chiacchiere la annoiano, e non ha mai capito come qualcuno possa considerare la vita in sé una conquista.
Se è affascinante, può anche essere la persona più sgradevole del mondo. Ne è consepevole, ma non può farci nulla.
La gente crede che sia una brava donna d'affari e forse la considera non molto affettuosa in amore. In realtà, come donna d'affari è proprio scarsa, l'hanno ingannata - sfruttata - di continuo, e poche persone sono state colpite nei sentimenti con la stessa profondità o ferite con la stessa crudeltà nell'orgoglio.
L'ho vista allo specchio.
 
C'è poi un famoso dipinto di Picasso. I suoi amici (oh, sì, ne ha molti!) dicono che è il suo ritratto.
C'è una gabbia con sotto alcune carte da gioco su un tappeto verde. Dentro la gabbia una povera colomba bianca mezzo soffocata guarda con sconforto una mela rosa che brilla per quanto è lucida; fuori dalla gabbia un uccello nero sfida con rabbia il cielo sbattendo le ali.
Non si separerebbe da questo dipinto nemmeno se le offrissero una fortuna, nemmeno se un giorno, a causa del suo totale disinteresse per i beni materiali, fosse, ridotta, come le ha predetto sua madre, a mangiare croste di pane e a dormire sulla paglia in una stanza vuota. La stanza non sarebbe vuota. Alla parete ci sarebbe appeso il Picasso!
Speriamo, però, che la previsione di sua madre non si avveri.
Comunque, se ciò dovesse accadere, lei sa che a prescindere dal successo, dal fascino e dalla disperazione l'unico rifugio è dentro di sé, e nessuno può portarcelo via... è più forte della gelosia, della sofferenza o dell'oppressione.
 


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